martedì 29 settembre 2009

Esempio di comunicazione strategica

Oggi mi va di inventarmi una storia un po' trucida, qualcosa che sondi i profondi abissi dell'animo umano, le perversioni insospettabili che possono scaturire da una psiche tormentata e instabile... E visto che i nostri più grandi esperti di politica e finanza continuano a ripetere che l'attuale crisi economica non è affatto reale, bensì solo psicologica, colgo la palla al balzo per ambientare uno psicotriller in un ambientazione very business!

Immaginiamo una situazione in cui il protagonista (che per ora chiamerò Mad Max) stia lavorando per una ditta che, nonostante gli enormi sforzi fatti da tutti i lavoratori, sta andando a rotoli a causa della cattiva gestione dei proprietari, i quali per mesi e mesi non si sono degnati di dare comunicazione alcuna ai dipendenti sullo stato reale delle cose e sui piani futuri.

Un'agonia di -boh, diciamo- quattro anni -mi sembra un periodo di tempo che possa giustificare una certa incazzatura, no?- durante i quali il nostro Mad è stato trattato come una bestia da soma, tra superlavoro non riconosciuto, casseintegrazioni varie, stipendi a singhiozzo, accuse di ogni genere (è la vostra negatività che danneggia la ditta, se non siete d'accordo la porta è quella, e non rompete le scatole ecc ecc), mentre sempre più soldi venivano dirottati nelle tasche dei proprietari oppure di nuovi supersupermanagers dai gran titoli e dai pochi fatti.

giovedì 24 settembre 2009

sempre in merito alle PMI locali

(vignetta di Natangelo)

Innanzitutto ringrazio tutti quelli che stanno contribuendo alla discussione sull'agonia del tanto lodato modello economico marchigiano, e vorrei aggiungere un paio di spunti di riflessione stavolta più personali: mi sembra che queste ditte a conduzione familiare nascano come poco più che piccole botteghe artigiane. Tutta la famiglia vi è coinvolta, e controlla direttamente tutte le fasi della lavorazione. Una volta incocciati l'idea e/o il prodotto giusti, si ingrandiscono senza però cambiare la propria struttura. La mentalità resta artigiana, per cui il capo (e la famiglia) controlla tutto, non delega nulla, e quindi più aumentano le dimensioni della ditta più il normale svolgimento delle attività si rallenta. E se non ci si adatta, alla fine s'incricca!

domenica 20 settembre 2009

Psicotest

Segnalato dal facondo Livefast, ho fatto questo psicotest basato sugli studi di Jung e successivi sviluppi, ed il risultato è: ENFJ, ossia temperamento idealista, tipologia maestro, carattere estroverso ma non troppo, intuitivo, empatico!
Soddisfacente, direi ;)

Se vi piacciono i test e masticate benino l'inglese, non vi resta che cimentarvi!
Per altre informazioni e per decrittare le sigle, potete leggere qui.

Buon divertimento


sabato 19 settembre 2009

Vignette

Ho trovato un sito facile facile carino carino dove anche una spastica come me può creare vignette :)


In morte del modello industriale marchigiano

Avete presente il miracolo economico marchigiano?

Quello che ha spinto la nostra regione a lasciarsi alle spalle un retaggio di povertà contadina e arretratezza tecnologica per lanciare un modello industriale basato su un microcosmo di piccole ma agguerritissime imprese a conduzione familiare, che sfruttavano i "metalmezzadri" (nella brillante definizione del nostro illustre conterraneo Fuà) senza però creare lacerazioni insanabili nel tessuto sociale e che impiantavano industrie nelle loro zone, senza infrastrutture ma anche senza fratture, cioè senza creare gli agglomerati che hanno stravolto il Nord. Piccole ditte che sono cresciute grazie alla lungimiranza dei fondatori e all'incredibile passione per il lavoro dei marchigiani (che a stacanovismo se la giocano alla pari coi cinesi, e lo dico per esperienza personale) e che, quatte quatte, hanno scalato i vertici del mercato e le classifiche del benessere, arrivando a dare lavoro a migliaia di persone ed aprire sedi in tutta Italia e poi all'estero.

Un modello talmente efficiente da essere oggetto di studi ed analisi che ne evidenziavano le peculiarità vincenti: la flessibilità, la snellezza organizzativa, il dinamismo imprenditoriale. Un modello per cui le Marche sono diventate sinonimo di eccellenza in moltissimi settori (dall'abbigliamento ai mobili, dagli elettrodomestici agli strumenti musicali, dalle scarpe all'elettronica, yacht e così via), ed incarnato da vere e proprie dinastie di industriali.

Bene, dimenticatevelo, è morto.

sabato 12 settembre 2009

Italian Graffiti

Ho un rapporto ambivalente coi graffitari: da una parte, mi piacciono tantissimo i disegni (io che non sono capace manco di dare una parvenza 3D al solito ometto con la testa a palloncino ed il corpo a filo), mentre ho una schietta antipatia per i tag (uno che ricopre ogni centimetro di muro con una sigla non è un artista, solo un grafomane triste e ossessivo-compulsivo) come pure per le varie dediche e invettive. Insomma, fatta salva l'umana empatia per le sofferenze altrui, in fondo a me e agli altri 6 miliardi di persone non ce ne può fregare di meno se un anonimo Pinco Pallino ritiene che X sia uno stronzo o Y una p... escort: caro Pinco, molla il pennarello o spray, munisciti di coraggio e risolvi la cosa fra di voi!

Però da circa un mesetto, durante i miei lunghi andirivieni dal lavoro, mi sono appassionata ad una storia tristissima che si sta lentamente dipanando a furia di iscrizioni sui vari muri e muretti della città con una raffineria dentro. E' cominciato tutto sul muro di un palazzo, dove il Pinco di turno confessava di aver indotto un suo amico a fumare per dividerlo dalla ragazza. Quello che mi ha colpito non sono stati i caratteri cubitali della scritta, l'impressionante percentuale di errori grammaticali pro parola, l'indubbio messaggio salutistico (eh, i danni del fumo...). Quello che mi ha fatto rallentare è stata la chiusura: "lei non verrà mai a sapere". O lei è ancora più analfabeta dello scrivano, oppure si è trasferita, altrimenti -ho pensato- la città con la raffineria dentro non è sterminata, c'è il rischio che qualcuno degli indigeni capisca di chi si sta parlando.