E' un post difficile da scrivere, è da ieri che ci provo ma mi sento troppo sottosopra. Pensavo di aver fatto notevoli progressi alla mia corazza di cinismo e disillusione. Evidentemente no.
Il rapimento e la morte di Vittorio, detto Vik, l'ho appresi ieri mattina dalla radio, e mi sono ritrovata letteralmente senza fiato per lo chock. Ero entrata in contatto con lui tempo fa tramite il suo blog, Guerrilla Radio, dove pubblicava regolarmente aggiornamenti sulla tragedia umanitaria in Palestina: ovviamente non si può dire che lo conoscessi, c'eravamo scambiati solo un paio di commenti ed un contatto su facebook, ma avevo imparato a stimarlo ed ammirarlo leggendo i suoi reportage, guardando le foto sconvolgenti che mandava dai campi profughi, ascoltando i suoi interventi in radio o su youtube.
Una persona buona (che in questo mondo è il massimo complimento che mi viene in mente) e coraggiosa, capace di rischiare la vita per difendere ideali di pacifismo ed umanità. Ed ora che è morto provo un incredibile senso di perdita, e rabbia fortissima per l'assurdità di quanto accaduto e per la sconvolgente quanto squallida meschineria dei soliti personaggi che ora lo dipingono come un esaltato pazzoide utopista dalle "idee bislacche" che in fondo se l'è andata a cercare per di più andando ad aiutare "i cattivi"...
Non voglio mettere i links perchè mi fa schifo il solo pensiero di farne copia-incolla: in fondo questa non è una testata giornalistica, è un blog privato e partigiano, e se uno ha voglia di capire di cosa sto parlando può andarseli a cercare su internet.
(per gli spiriti affini: occhio alla botta di nausea...)
Mi fa così orrore una società come la nostra, in cui i militari che partono armati di tutto punto per le cosiddette missioni di pace (dai dubbi fini... le missioni, non i militari... non tutti almeno) sono degli eroi, mentre un ragazzo armato solo di macchina fotografica e buona volontà, pacifista convinto nelle fila del Movimento Internazionale di Solidarietà, viene etichettato come facinoroso o folle esaltato solo perchè raccontava come si vive dalla parte dei perdenti, dei deboli, dei nemici, e cercava di aiutarli.
La tentazione di generalizzare, di mandare definitivamente affanculo la società cosiddetta civile e odiare senza perdono tutti quelli che la pensano diversamente diventa sempre più forte. Devo fare uno sforzo ed cercare di mettere in pratica lo slogan di Vittorio per restare umana, al meglio che posso.
Lo devo a lui e alla nuova arrivata, Vittoria, che singolarmente ha deciso di venire al mondo lo stesso giorno che Vittorio se n'è andato (proprio come la sorella Anna, nata a ridosso dell'anniversario di un'altra amatissima Anna). Ed è a loro, alle nuove generazioni, che auguro di crescere sane e felici ma soprattutto umane, perchè possano contribuire a creare un mondo che non abbia più bisogno di martiri.
E a chi si imbattesse in questo post, chiedo di lasciare perdere quanto viene detto e scritto oggi dai mass media, dai giornali, dai blog, dai suoi amici, ammiratori, detrattori e dalla sottoscritta. Se non conoscevate Vittorio, fate l'unica cosa sensata: andate a leggere il suo blog Guerrilla Radio, ascoltate le sue interviste su youtube, guardate la sua pagina facebook (tenuta attiva da amici) e fatevi la VOSTRA idea su questo ragazzo, su quello che era, sugli ideali per cui è vissuto e per cui è morto.
Restiamo umani... o almeno proviamoci!