Dove non c'è libertà non può esserci legalità (P. Calamandrei)Una frase che ha senso anche letta al contrario, ed esprime bene le mie preoccupazioni per l'attuale situazione socio-politica italiana, per cui l’ho scelta per il cartellone con cui ieri mattina, all'ultimo appuntamento del
Caterraduno in piazza a Senigallia, mi sono ritrovata con alcuni altri
bloggers locali a manifestare il nostro dissenso per il ddl sulle intercettazioni, che ingabbia la magistratura ed imbavaglia l'informazione.
Ne parlano anche Andrea e
Quilly, che raccontano come i conduttori della nota trasmissione radiofonica ci abbiano totalmente ignorato ed evidenziano come la stragrande maggioranza della gente ci guardasse come dei fenomeni da baraccone o strani arredi urbani, squadrandoci, fotografandoci, osservando i cartelli senza dire nulla né mostrare una reazione, una smorfia, un dialogo...
Anestesia da sovraesposizione alle polemiche? Forse.
Effettivamente pure io non ne posso più di assistere alle sterili bagarre in cui naufraga la politica e, con essa, la società italiana. Però, quando entrano in gioco le libertà fondamentali di uno stato democratico, tutti i cittadini dovrebbero sentire il dovere (non il diritto) di informarsi e prendere posizione.
Riassumendo il senso del
ddl sulle intercettazioni, la magistratura avrà il diritto di usufruire delle stesse solo se non procederà contro ignoti e qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, esclusivamente nei luoghi dove si abbia la certezza che vengono commessi reati e per un massimo di due mesi.
MAI, quindi, dato che in presenza di tutti i requisiti elencati sopra si procederebbe direttamente all'arresto!
Per l'Associazione Nazionale Magistrati, questa legge porterà alla "
morte della giustizia penale in Italia". Dello stesso avviso tutti gli "operatori di giustizia", dai poliziotti ai magistrati: l'unico risultato, affermano, sarà
l'impossibilità di assicurare alla giustizia i criminali.
Inoltre, le intercettazioni autorizzate e tutti gli altri atti investigativi o processuali non coperti da segreto non potranno comunque più essere pubblicati. In tal modo, i cittadini non potranno sapere più nulla, per esempio, di eventuali cause per corruzione o associazione mafiosa che, a puro titolo ipotetico, coinvolgessero esponenti del Governo... se non a processo concluso, ossia dopo svariati anni (e alcune legislazioni).
Secondo il CSM, si tratta di norme palesemente incostituzionali, del resto basta leggere l'art. 21 della nostra carta costituzionale. Anch'essa, tuttavia, è nel mirino da tempo e, prima o poi, verrà radicalmente modificata e resa "inoffensiva".
Ma tornando al ddl e come se non bastasse, chiunque potrà obbligare la stampa ed i
siti internet (senza alcuna distinzione, quindi blog, forum e social networks inclusi) a pubblicare integralmente eventuali rettifiche ai loro contenuti entro 48 ore, per non incorrere in pene detentive ed economiche esorbitanti. Indipendentemente dal tipo di redazione e canale di diffusione, dal tipo di contenuto, o dalla fondatezza della richiesta.
Ad esempio, se un blogger scrivesse che durante una certa trasmissione un certo avvocato/parlamentare non sia riuscito ad usare altre argomentazioni al di fuori di uno sprezzante ma poco esaustivo "va là va là va laaaà", ed un qualsiasi commentatore dissentisse, dichiarando che l'avvocato in questione ha usato argomenti estremamente convincenti essendo in realtà la reincarnazione di Cicerone, il blogger sarebbe obbligato a pubblicare la rettifica entro due giorni o a pagare qualcosa come 10.000 euro.
Praticamente,
io e il direttore de La Repubblica avremmo le stesse responsabilità e gli stessi obblighi. Che onore. Anzi, che onere! Ma va là va là va laaaà!!!
Sarà un ddl retroattivo? Boh, speriamo di no. Intanto, i blogger dovranno limitarsi alle ipotesi e ripassare tutti i congiuntivi ed i condizionali, oppure pubblicare esclusivamente contenuti privati (oggi volevo andare al mare, invece sono andata al lavoro, stasera esco con gli amici, eccovi le foto mentre bevo una piña colada, e mentre smaltisco la sbronza vi narro i miei turbamenti esistenziali...)
Brrr...
Tornando alla realtà, si tratta di
un provvedimento irresponsabile e liberticida che, in qualsiasi altro paese civile, avrebbe visto giornalisti e semplici cittadini scendere in piazza per giorni. Da noi, si è avuta solo qualche sporadica manifestazione di dissenso, primo vero flop dell'organizzatissimo
complotto eversivo matrimonial-mediati-comunista in atto nel nostro paese.
Ma allora che bisogno c'è, mi chiedo, di scomodare tutto il Parlamento ed il Presidente della Repubblica, per un provvedimento che non serve?? Quando la gente ha paura di tutto ma è indifferente al boicottamento della giustizia e della libertà, quando i giornalisti si auto-censurano e perfino quelli di
Caterpillar (Ca-ter-pil-lar!!! Radio Rai,
quelli di Libera, della giornata del risparmio energetico e di tante altre iniziative, mica lo Zoo di 105, Notte d'Amore o altre trasmissioni radiofoniche dedite al puro intrattenimento), trascurano l'occasione di fare libera informazione, anche solo con un brevissimo accenno ai nostri cartelli, resta solo una cosa che può fare la differenza: internet.
Non ci hanno imbavagliato, non ancora, per cui finché possiamo
spargiamo la voce,
associamoci, firmiamo le
petizioni,
chiediamo aiuto all'estero, animiamo le
manifestazioni e le
notti bianche, sempre però tenendo d'occhio la casella della posta (elettronica)!