martedì 16 marzo 2010

N'n gna faccio! (post noioso)

No, ci provo ma proprio n'n gna faccio, è un mese e passa che ho un post (politico incazzoso) che mi suppura nelle bozze ma non riesco proprio a finirlo, ci giro intorno ma il momento di massima creatività che ho avuto è stato quando c'ho messo un puntoevirgola...

Troppi impegni, troppi pensieri, troppo facebook? Macchè, avrei tutto il tempo per coltivare le mie ambizioni letterario-bloggeristiche, è che sono apatica. E' un periodo così, banalmente tranquillo: un susseguirsi di giorni vagamente sconclusionati, nè orribilmente tristi nè strepitosamente felici, in cui mi sento semplicemente sopravvivere, che è vibrante ma nebbiosa aspettativa di non si sa bene cosa ma anche sotterraneo timore, soprattutto se detta quiete letargica arriva dopo un periodo decisamente denso di piccoli e grandi sfighe e dolori.

Insomma, è peggio annoiarsi o stare male?
(La mancanza della terza alternativa non è casuale, ma va ricondotta all'indomito ottimismo che mi contraddistingue: del resto, un pessimista non è altro che un ottimista con esperienza!)


Dicevo, gli esseri umani sono strani (ed io non faccio certo eccezione): la maggior parte di noi, piuttosto che usare gli inevitabili momenti di pausa per affrontare se stessi e le domande impossibili sul senso della vita, accetterebbe più volentieri il dolore, perchè in fondo siamo convinti (ci hanno convinti?) che "la vita non si misura in quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro". Mmmm...

A parte il comprensibile scetticismo dell'associazione mondiale medici pneumologi, ma è proprio vero che debba essere così? Sto iniziando finalmente ad accettare l'idea che questa mia noia di vivere non sia affatto causata dall'ambiente esterno... beh certo, vivere a New York con un gruppo di hippies sbandati, invece che immersa nell'antico colore del tempo con il 90% degli amici ormai perdutamente irretiti dalle responsabilità paterne, potrebbe fornirmi degli stimoli nuovi, ma alla lunga sicuramente anche quelli mi verrebbero a noia. Perchè in realtà io la noia ce l'ho dentro.

E non è nemmeno noia: è ansia. Ansia di vivere, ansia di provare, sentire, fare (dire baciare lettera e testamento): io brucio il presente perchè sono sempre proiettata nel futuro, perchè ho la pungente consapevolezza che il mio tempo è limitato e vorrei usarlo al meglio. Solo che riguardo a questo "meglio" ho le idee un po' confuse, e quindi in assenza di una direttiva chiara mi disperdo in mille rivoli perchè dovrei fare di più, provare di più, sentire di più. La ragazza è intelligente ma non si applica, potrebbe fare di più...

Cosa? Boh! E nel frattempo l'attimo presente mi sfugge. Panta rei, ecc ecc. Un circolo vizioso!

In cotanto scazzo, una persona di discreta esperienza mi ha consigliato di lasciar perdere le domande da un fantastilione di sesterzi ed i progetti con la P R O maiuscola, ammettere che non posso navigare senza la bussola (soprattutto con la sfiga sempre inquattata nell'ombra come l'iceberg di Titanic), e concentrarmi sul presente immediato, fine a se stesso, prettamente corporeo. Tipo lavarmi i denti e, invece di farmi mille seghe mentali, concentrarmi sul singolo canino da strofinare. Beeello. Per 6/7 nanosecondi funziona... Oppure sbrigare le incombenze quotidiane osservando con attenzione minuziosa i colori della scatola di pelati o la sensazione degli oggetti fra le mani.

Consiglio meraviglioso, ora oltre che ansiosa mi sento pure pazza... e, diciamocelo, le scatole di pelati non è che siano poi così eccitanti...

In tutto ciò, sono depressa? No, in realtà no. Sono sospesa. E un po' rassicurata: insomma, schiere di filosofi, pensatori e artisti che hanno versato fiumi di inchiostro sulla noia, vorrà pur dire qualcosa. A voi le conclusioni, io le lascio... in sospeso




2 commenti:

francescatilio.it ha detto...

A parte che non vedevo l'ora che scrivessi qualcosa di nuovo, vorrei dirti che ciò che racconti è uno tra i post più interessanti e personali del tuo blog. Almeno per me, amante insaziabile di racconti introspettivi.
E quanto mi piace chi ha il coraggio di scrivere delle proprie paure. Forse perchè mi fa sentire meno sola?

Sere ha detto...

grazie cara, lo sai che sono avida di complimenti :)

sto cercando di affrontare le mie ansie e le mie paure, con esiti alterni, ma non mi nascondo più come prima

forse perchè ho capito che negarle non mi fa sentire/sembrare più forte, ma solo irreale, finta

ora sono alla ricerca di quell'equilibrio magico che hanno gli animali, per cui la paura è solo un mezzo per continuare a vivere, non un grumo su cui rimuginare, e da superare senza tanti pensieri quando è necessario.

vivere alla giornata, più animale, meno psicologa! pare facile... :)