sabato 10 aprile 2010

ridere ridere ridere ancora

Ho notato che molte persone si stupiscono ed hanno reazioni contrastanti quando si sfodera una certa ironia nell'affrontare o raccontare i piccoli e grandi dolori che cronicamente si abbattono sui nostri travagliati destini mortali!

Da una parte, l'umorismo su certi argomenti viene considerato fuori luogo, sconveniente, quasi una mancanza di rispetto nei confronti di sè stessi o di chi sta passando lo stesso percorso "con ben altro spirito". Insomma, prendendo a motto l'avvertimento "Risus abundat in ore stultorum" (infarcire i post con qualche citazione latina ad hoc fa figo assai!), alcuni credono che ridere delle proprie sventure sia sintomo di superficialità oppure scarso discernimento. Generalmente ti guardano con compatimento o supremo sdegno e se ne vanno scrollando la serissima testolina.

Altri invece ne sottolineano il lato positivo, addirittura quasi eroico, come se prendersi un po' in giro nonostante i lagrimotti appesi alle ciglia sia segno di stoico coraggio e superiore levatura morale. Solitamente in questa categoria rientrano gli amici che, si sa, tendono sempre a vedere le cose col filtro rosa dell'affetto.

In realtà, forse c'è una spiegazione più semplice.
Ad esempio, per quanto mi riguarda, io rido (e faccio ridere) di me, delle mie sfighe e dei miei disastri semplicemente perchè mi fa stare meglio. Mi aiuta a rimettere le cose nella giusta prospettiva, a generalizzarle, distogliendo lo sguardo dal graffio personale (anche se brucia) e focalizzarlo invece sugli elementi universali, collettivi, che smitizzano l'esperienza privata rendendo più facilmente individuabili i dettagli comici. Un po' come fare un capitombolo rovinoso in mezzo ad una piazza gremita di persone e, anche se il ginocchio sbucciato fa male e l'orgoglio ti incita a porre in atto un seppuku riparatore, guardarsi con gli occhi degli altri: facile che ti venga da ridere.
Il ginocchio fa sempre male, ma almeno il seppuku è scongiurato!

Certo però che anche la risata può essere pericolosa! Ad esempio mi ricordo certe sere a cena coi miei che volevano ascoltare in religioso silenzio il TG (che all'epoca dava ancora vere notizie e non gossip o comunicati di regime), e più i nostri genitori chiedevano silenzio e compostezza e più io e le mie due sorelline sentivamo il riso che ci pizzicava la gola e ci solleticava il naso. Cercavamo di resistere, ci sforzavamo di stare serie, pensando a quanto si sarebbero arrabbiati ma & ba per la nostra indisciplina ("ma insomma, cosa vi costa stare buone per 10 minuti???"). Tutto inutile: bastava incrociare lo sguardo un attimo ed erano scrosci di risa, uni e trini. Irrefrenabili. Inspiegabili. Imprudenti! E appena sembrava che tutto si fosse calmato... un fremito all'angolo di un labbro, uno sbuffo, un'occhiata e giù da capo a ridere come pazze.

Non ho mai capito cosa ci spingesse a mettere a repentaglio la pace familiare (e talvolta anche le nostre acerbe chiappette) per quelle risate assolutamente insensate. Dev'essere più o meno quello che è successo a questo scassinatore, che si è fatto scoprire in flagrante dai padroni di casa perchè non ha saputo trattenere una risata sentendo una battuta....
Poraccio, ho riso quando ho sentito la notizia alla radio (risultata poi datatissima, la notizia non la radio) e ancora non riesco a non ridacchiare immaginando quanto c'avranno sghignazzato i poliziotti e di compagni di cella.

Insomma, il dilemma resta: ridere fa bene o è da stolti?Ognuno si senta libero di decidere per sè. Però, se non siete nè malviventi nè neurochirurghi nè bibliotecari, dimenticate i proverbi menagrami e lasciatevi andare ad una grassa risata ogni volta che potete, considerando che le sue qualità benefiche su salute e financo bellezza sono ormai scientificamente provate (tempo fa ne parlai anche quivi). E ricordatevi che le risate migliori sono quelle fatte in compagnia!

2 commenti:

quilly ha detto...

Ero nel pieno del mio periodo buio di crisi depressive e fobie immotivate.
Mi avevano addirittura ricoverato al Pronto Soccorso da quanto stavo male...
Ne parlai con un mio grande amico, che con la faccia tutta seria mi diceva che no non c'era da preoccuparsi, che son periodi nella vita di una persona ecc ecc...
Allora io gli chiesi...."ma senti....cosa si dice di me all' interno del nostro gruppo"...per la solita mania di sapere sempre e a tutti i costi cosa pensano gli altri di noi.
Quello ci pensa un attimo, l'occhio gli diventa da carico di compassione a carico di presa per il culo e mi fa...."Cosa si dice di te tra gli amici?" intuisco che una bomba sta per esplodere..."Si esatto....cosa?"...e lui spara..."Che sarai il Pantera del 2000"....iniziamo a ridere per circa mezzora senza sosta....da quel momento ho iniziato a stare meglio...

LorenzoMan ha detto...

Non prendersi troppo sul serio è una dote che ho sempre apprezzato. A me viene più da ridere nei momenti carichi di tensione che quando sono rilassato. Esorcizzo.
Anche i blog, se non fossero divertenti pur trattando fatti seri, ma sai che palle...