ieri sera sono andata al cinema, a vedere
Into The Wild... sono devastata...
il film è bellissimo, la musica e le immagini sono sensazionali, gli attori sono bravissimi.
La storia senza dubbio ti si attacca al cuore, sia per la carica ideologica sia per il finale. Hanno paragonato la vicenda di Christopher MacCandless ai grandi romanzi di formazione, ed infatti il film si articola proprio in questo modo. Il viaggio esistenziale di un ragazzo (in cui tutti i ventenni, e tutti coloro che ancora ricordano la forza assoluta dell'idealismo che non accetta compromessi, possono facilmente identificarsi), che cerca la "nuda verità" delle cose e la libertà assoluta, fuggendo dagli inganni e dalla violenza della società e delle convenzioni per trovare se stesso a contatto con la natura.
Una specie di incrocio fra il Bildungsroman e le tragedie greche, in cui l'uomo arriva a scoprire se stesso, ma gli errori commessi durante il viaggio lo porteranno ad un finale inaspettato, amarissimo perchè evitabile... la Hybris, che in nome dell'imperativo assoluto porta ad ignorare i limiti umani, si paga, sempre. Alexander Supertramp, come un antico eroe, ha rifiutato i suoi limiti e l'aiuto dei suoi simili ed è stato tradito dalla fortuna. Se solo avesse accettato la
mappa, avrebbe saputo che c'era un mezzo per attraversare il fiume e rifugi di emergenza a poca distanza dal bus...
ma in fondo è questa la tragica grandezza dell'eroe, accettare il rischio supremo, mettersi in gioco senza rete di salvataggio, ed è per questo che la storia Chris/Alex ci colpisce con tale forza.
certo però che se i cacciatori fossero arrivati solo due settimane prima sarebbe stata tutta un'altra storia, porca miseria...
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