La pace non può essere mantenuta con la forza, può essere solo raggiunta con la comprensione (Albert Einstein)
Se la pensate come me:
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(ovviamente il Papa non ha ANCORA davvero scomunicato questo blog)
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I sondaggi dicono che voi lettori:
siete pochi ma in crescita (picco di voti massimo: 52!!!), neghittosi (abbasso il cambio dell'armadio), impazienti (l'uovo subito), alternativi (nè leone nè pecora, meglio il delfino), pigri (mi cannate il pronostico del Giro d'Italia), epicurei (perchè scegliere fra dolce e salato?) ma attenti alla linea (guai a chi prende il gelato alle creme, solo frutta o ghiaccioli), impegnati (v'incazzate per la politica) e critici (il veltrusca vi irrita) ma stranamente menefreghisti per le crisi politiche estere (dite che ce bastano quelle nostrane?), nonchè risparmiatori (andar piano x risparmiar benzina), e non vi piacciono gli aspetti pecorecci e casinari delle vacanze al mare... mi compiaccio!
Lo so: avevo detto che non l'avrei fatto... lo so: dopo tanti bei discorsi sulla privacy, il copyright, il vero valore dell'amicizia ecc ecc... Ah no, questo l'avevo già scritto... ok, ricomincio!
Quindi, placata la prima urgenza feticistica di ossequio e devozione nei confronti dei succitati, sto muovendo i miei primi passi nella grande comunità faccialibraria ma già mi sembra evidente che si tratta di una specie di grosso groooosso condomìnio, i cui inquilini alleviano la noia esistenziale facendosi gli affari degli altri. E, proprio come in un condomìnio, c'è chi spia i vicini per pura curiosità e chi invece prova un reale interesse, ci sono quelli con cui diventi davvero amico e quelli di cui invece non t'importa nulla ma devi avere fra i contatti per "questioni diplomatiche", quelli che organizzano feste e altri che organizzano comizi per grandi o piccole cause, quelli che attaccano bottone con tutti, quelli riservati, quelli modesti e anche quelli molesti!
Tutto normale quindi? Non proprio: il condomìnio-di-facce presenta due grandissimi problemi, uno di privacy ed uno di copyright e sicurezza.
Per quanto riguarda il primo, sembrerebbe tutto abbastanza ovvio: a seconda delle finalità e delle priorità personali, gli iscritti si dedicano ad iniziative socio-cultural-politiche di vario genere oppure al puro cazzeggio o pettegolezzo. Ognuno è libero di scegliere lo stile di utenza ed il livello di coinvolgimento personale che preferisce, inserendo la quantità di informazioni private che ritiene opportuno divulgare. Tuttavia, la grandissima popolarità di Facebook fa sì che venga comunemente usato anche da chi non ha dimestichezza né con internet né con i vari servizi di messaggistica e chat, forum, blog, o social networks: ogni giorno FB registra 600.000 nuovi iscritti, ed è probabile che parecchi di loro siano assolutamente inesperti ed impreparati ai possibili rischi connessi ad un uso non consapevole di internet & co. Una comunità virtuale segue più o meno gli stessi meccanismi e le stesse dinamiche interpersonali che sottendono quelle reali, ma l’infinita potenzialità di internet può aumentarne la diffusione (e le conseguenze) a dismisura. In FB, come in qualsiasi interazione personale in ambito 2.0, quello che è privato assume immediatamente ed irrevocabilmente un carattere pubblico e non si tratta solo del fatto che "verba volant scripta manent": tralasciando gli ingenui che pubblicano briosamente dettagli sulla propria vita privata e poi si ritrovano "sputtanati" a livello globale (e magari lasciati dal partner o licenziati in tronco), le violazioni della privacy possono coinvolgere anche internauti più "navigati" ed accorti, a causa del comportamento superficiale di altri. Con la quantità enorme di utenti che inseriscono dati ed informazioni in modo indiscriminato, può succedere a chiunque di ritrovarsi, ad esempio, a fissare inorriditi alcune vecchie foto che ci immortalano in momenti da dimenticare, consegnate da qualche sconsiderato all’occhio impietoso non solo di amici comuni, ma anche di perfetti sconosciuti che risalgono come salmoni la corrente che li collega agli amici degli amici degli amici degli amici e così via.
Il problema della privacy quindi coinvolge tutti gli iscritti a FB, anche se non può essere direttamente imputabile alla creatura di Mark Zuckerberg (che tuttavia pecca di scarsissima chiarezza a questo riguardo). Oltre ad esigere dai propri contatti la necessaria tutela dei dati che ci riguardano (chiedendo ad esempio che vengano tolti commenti, tag o foto non desiderati, e magari dando loro qualche dritta su netiquette ed uso consapevole di internet), gli utenti di FB che vogliano proteggere la propria sfera privata possono modificare le impostazioni in modo da secretare i dati principali e/o la rete di contatti, non comparire nei risultati di ricerca (interni o esterni a FB) e/o limitare l’accesso solo a specifiche categorie di contatti per tutte o alcune aree.
Facebook non è esattamente user-friendly in questo aspetto, perché non rende facilmente individuabili le istruzioni in merito: per chi non è abituato a “smanettare” un po’ con il pc, trovare e decodificare le informazioni necessarie per configurare il proprio account può essere difficoltoso. Fortunatamente, internet sopperisce ampiamente alle lacune di FB, basta fare una ricerchina: per chi fosse interessato, segnalo questa brevissima guida molto semplice e chiara.
Condòmino configurato, condòmino salvato? Solo a metà, resta comunque il secondo aspetto "pericoloso" di Facebook: l’amministratore condominiale! Figura sfuggente e dalle motivazioni ambigue che però esaminerò la prossima volta, ora non posso, devo assolutamente loggarmi su FB e fare il test per "che razza di cane sei", e prima o poi ci metterò pure la fotina... maybe!
2 commenti:
...cmq feisbuc non serve per trovare gnocca, come diceva un bolognese di mia conoscenza..
se vede che non cerchi bene ;)
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