giovedì 4 giugno 2009

Biowashball: a volte ritornano!

Avete più sentito parlare della Biowashball? Io no! Strano, visto il putiferio che si era scatenato fra ardenti sostenitori e numerosi critici. Da una parte, uno stuolo di grillini e casalinghe ne esaltavano l'ecologica bontà contro tutte le macchie, dall'altra fior fior di scienziati e giornalisti accusavano i produttori di infinocchiare la gente con un prodotto privo di qualsivoglia utilità.

Da acquirente ed ostinata utilizzatrice della biopalla, aspettavo con ansia di sapere se avessi preso un granchio oppure potessi annoverarmi nella lista degli audaci innovatori. Invece, dopo aver movimentato parecchi blog italiani con discussioni anche accese, ed aver animato ricerche, pubblicazioni e trasmissioni televisive, per un po' non se n'è saputo più nulla. Puff, sparite! No, non le macchie impossibili, bensì le discussioni su Biowashball e affini.

Le peggiori stroncature erano arrivate dal noto blogger Il Disinformatico (e la sua trasmissione Patti Chiari), da Mi Manda Raitre e da Altroconsumo. Risultato: una bocciatura totale e senza possibilità di redenzione. Secondo i loro test, la Biowashball non solo non avrebbe effetti pulenti, ma potrebbe perfino sporcare (??) e, dato che la si usa senza aggiungere altri prodotti igienizzanti, rendere la vostra lavatrice una bomba batteriologica. Mi chiedo come mai Al Qaeda non ci stia lanciando contro carrettate di kamikaze tutti tempestati di Biowasballs!?!? Mah...

Se veramente i risultati scientifici sono questi, mi chiedo come mai non siano ancora partite (o rese note) svariate denunce contro la casa produttrice e chi commercializza cotale bufala. Il problema è che, al contrario, la questione non è affatto chiusa, anzi sembra destinata a lasciare sostenitori e detrattori arroccati ciascuno sulle proprie posizioni.

Infatti, con buona pace dei test negativi, ci sono moltissime persone che difendono l'efficacia della Biowashball a spada tratta, e liquidarle tutte come degli invasati affetti da incontrollabile idealismo, morbosamente affezionati ad un feticcio e seguaci di uno "sciamanesimo imbellettato di tecnociarle" (secondo la moderata definizione data dal Disinformatico di cui sopra), non mi sembra comunque una spiegazione esaustiva.

Intanto io, che odio i feticci (avevo persino tosato il mio teddy-bear da piccola), continuo ad usare la Biowashball con occhio critico e la mia lavatrice ancora non rigurgita panni sporchi o batteri grossi come noci di cocco... anche se, a mio non-scientifico giudizio, mi sembra che i primi tempi lavasse meglio (la prova del colletto della camicia non mente), ma ho avuto poche occasioni per farla ricaricare al sole come indicato nelle istruzioni... o forse non dura tre anni... o forse mi sto desciamanizzando... boh?

Comunque, è di pochi giorni fa la notizia (assolutamente non pubblicizzata se non fosse per lo sciamanissimo Roberto Scano) che il feticc... pardon, la Biowashball avrebbe ottenuto una menzione speciale ai Well-Tech 2009 Awards, ossia un premio internazionale dedicato alle invenzioni che riescano a coniugare innovazione tecnologica ed eco-sostenibilità.

Insomma, sta Biowashball funziona o no? Non so, la questione è ancora aperta. Chissà, magari un giorno dimostreranno in modo inequivocabile quale sia la tecnica più efficace per lavare senza usare sostanze chimiche, o forse c'era già!

Intanto io non voglio convincere nessuno ad usare la Biowashball o affini, la scelta è vostra (vi sentite sciamani o scienziati?). Però colgo l'occasione per ricordare che una cosa si può e si deve fare: ridurre da subito le dosi di detergente e la temperatura dei lavaggi (tutti i test dimostrano che per pulire i "vestiti di tutti i giorni" basta l'acqua a 30°) perché dobbiamo preservare il globo su cui viviamo, e questa non è una palla!



PS: riguardo alle molte varianti di ecowashball o laundryball, me ne sono fatta prestare una, di quelle apribili con le sferette di ricambio. La confezione ed i siti che la commercializzano parlano di piccole palline di ceramica, trattate ad alte temperature che, a contatto con l'acqua, liberano elettroni creando del perossido di idrogeno dall'effetto pulente ed igienizzante. Insomma, più o meno lo stesso meccanismo della Biowashball. Con la differenza che le sfere all'interno della nuova palla sono garantite efficaci per 60 lavaggi, poi vanno sostituite (mentre quelle all'interno della Biowashball dovrebbero ricaricarsi da sole se esposte alla luce solare per almeno un'ora al mese). Però ci sono due differenze sostanziali: le sferette profumano! E dopo molti lavaggi si riducono di spessore! Allora ne ho presa una e l'ho sbriciolata: non c'è un nucleo centrale, credo si tratti semplicemente di sostanze detergenti compresse (in effetti c'è una lista di "ingredienti" che elenca: higher alkyl sulfate, non-ionic surfactant, silicate, essence, water), ma non essendo una scienziata non dico altro...

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