lunedì 29 ottobre 2007

Halloween

Weekend passato a fare animazione nel tunnel della paura, e... mamma mia, quanto mi sono divertita!!!

Non so se stasera e domani riesco ad andare, visto che di giorno si lavora (ceeeeeeeeerto ceeeeeeeeeeeeerto) e soprattutto che sono massacrata dalla colite, ma mercoledì sarò nuovamente lì.. ho scoperto di avere una vera vocazione sadica nello spaventare la gente... e non c'è bisogno di maschere elaborate o trucco nè doti mimiche particolari, di urlare, o correre dietro alle persone: per far prendere un bello spavento a chiunque di qualunque età, basta essere una figura nera e velata apparentemente immobile che improvvisamente si muove...

Ho scelto questo "personaggio" perchè mi sono chiesta: se io andassi nel tunnel, sapendo che è tutto artificiale ed artificioso, che cosa mi farebbe più paura? Una maschera de plastiga? Sangue finto? Naaa.... Però un'ombra nera in un angolo buio... beh beh beh...
La risposta l'ho trasposta nel mio personaggio misterioso (da molti ribattezzato Belfagor, effettivamente ci dice..., ma potrebbe anche essere la morte, una vedova, o il paparino di Luke Skywalker...)

Mi chiedo se la paura comune (perlomeno per noi occidentali) per questa figura misteriosa nerovestita sia dovuta al fatto che è un'immagine associata all'iconografia tradizionale della morte, poi ripresa nei personaggi cattivi delle fiabe, nei moderni horror e nello spauracchio per bambini (attento che c'è l'omo nero!!!), oppure se non sia il contrario, ossia se iconografia, fiabe e racconti adottino questa figura perchè la riconoscono come immagine archetipica del terrore???
Insomma, è nata prima la gallina-iconografia (che ha reso temibile l'ombra nera) o l'uovo-paura per la figura nera (che è stata quindi adottata per rappresentare ogni tipo di essere pauroso)?

Sarei curiosa di trovare qualche studio sull'argomento... io ho la mia personale teoria, (WARNING, ciò che segue è serepensiero, non ci fate caso): credo che l'iconografia della paura riconosca in questa figura ammantata, misteriosa e per questo stesso minacciosa, l'archetipo di qualche minaccia reale... il colore forse non conta nemmeno tanto: negli orror giapponesi domina il bianco, ma una cosa accomuna the grudge a belfagor: non si vedono i volti... uno ha i lineamenti affogati nel bianco abbagliante, l'altro il volto coperto dal velo nero... ma la mancanza di un volto implica l'impossibilità di conoscere e riconoscere l'altro e le sue intenzioni. La figura ammantata diventa quindi simbolo di ciò che ci è estraneo, alieno, indecifrabile ed incomprensibile.... e quindi potenzialmente pericoloso.

Se ci mettiamo anche lo sbucare "dal nulla" e certi dettagli "spettrali", la figura misteriosa si unisce anche all'altra grande paura umana, quella che concerne il cosiddetto "mondo degli spiriti", il mistero assoluto dell'aldilà e, più in generale, alla consapevolezza della morte. Secondo me (ARI-WARNING: segue moooolto serepensiero, attenzione, non mi prendo resposabilità se dico castronerie...), tutte le paure non sono altro che adattamenti + o - contestuali della grande paura fondamentale, quella della morte. Se per i bambini la paura è uno strumento di autodifesa istintivo verso ciò che non conoscono/capiscono e che quindi potrebbe rappresentare una minaccia, negli adulti riveste forme più complesse, dovute a volte al contesto (la peste nera nel medioevo, la guerra atomica negli anni 50/60, la catastrofe ecologia oggi, per non parlare di malattie, guerre, povertà ecc ecc... o anche semplicemente la nuova rughetta sulla fronte...) e a volte completamente astratte, grazie alle care vecchie seghe mentali (e li ci possiamo sbizzarrire come ci pare, non c'è limite alla fantasia...)

Ergo... sono travestita da sega mentale... e funziona molto bene... mwuahahahahahaaaa!!!

Nessun commento: