mercoledì 10 settembre 2008

In attesa del buco nero...

Dell'esperimento in atto al CERN ormai ne parlano tutti, non è più una novità...
Ed oggi dappertutto si leggono solo battute, più o meno equivoche, sul rischio dei fantomatici buchi neri...

Ispirata da cotali allusive facezie, mi sono ricordata di questo vecchio pezzo di Luciana Littizzetto: non è e-sat-ta-men-te scientifico nè davvero attinente, ma sempre di ... ehm... risucchio di materia in un antro oscuro parla...

Il pensiero debole di Luciana Littizzetto

Donne. Giulive oche giulive. Parti buone delle mele marce che sono gli uomini. Campionesse mondiali di miopia sentimentale. Mi rivolgo a voi e in nome vostro supplico. Chiedo e invoco l'abolizione e il divieto assoluto di vendita dei tanga in Italia. Uno stato democratico dovrebbe tutelare la salute mentale della femmina. Dovrebbe farsi carico di sciagure sociali di questa portata. Perché i tanga, credetemi, sono un vero flagello per i nervi. Sono un colpo basso al sistema nervoso. Tu prova ad indossare un tanga. Due secondi e sglurb... non lo trovi più, perché lui va giù, giù giù, sprofonda come il filo per tagliare la polenta, si inabissa nel dirupo delle chiappe e sparisce all'orizzonte.

Risucchiato per sempre. Ma io ve lo dico col cuore. Un tanga inghiottito dalle carni è in grado di togliere la voglia di vivere tutto il giorno. Se, la mattina al posto della bella braga ascellare, quella di cotone con il fiocchettino al centro, quella che era rosa ma col candeggio sbagliato è diventata tortora, e poi rilavata ha assunto un'inspiegabile tinta ardesia e si è ammollato l'elastico, SE al posto della mutanda slandronata in cui ci infili dentro la canottiera, tiri in basso e ci fai sbucare due belle mezzelune, SE al posto di tutto questo, indossi spensierata il perizoma, tu sei una donna rovinata, figlia mia. Sei una femmina finita che passerà tutta la giornata a disincastrarsi la filura e a suonare col mignolo l'aria sulla quarta corda di Bach.

Il tanga, lo dico con cognizione di causa, è un'arma di distruzione di massa. Il tanga di pizzo poi, quello crivellato di smerli, una vera piaga sociale. E' proprio lo strazio supremo. Perché è urticante. Pizzica, irrita, punge. D'altra parte, son anche 20 centimetri di filo spinato in mezzo alle chiappe. Come indossare un gambo di rosa. Come infilarsi al posto dello slip un gnocco di cuki alluminio. E l'aggravante è che sti rosicanervi son pure cari come il fuoco. Minimo 20 euro. Al mercato qualcosa meno, se li compri di simil legno. Altrimenti 20 euro.
Quaranta mila lire per un cordino. Per uno spaghetto alla chitarra. Ma a me bastano due euro. Ma io con due euro mi compro un chilometro di corda per le tapparelle e mi faccio le mutande come i lottatori di sumo.

Ma la tristezza vera consiste nel fatto che mentre noi puciunin, per far le favolose soffriamo le pene dell'inferno, loro, i maschi, sotto i calzoni cosa mettono? I boxer. Bastardi pidocchi. I boxer. Mezzo metro di lenzuolo con il grande cocomero che balla la lambada. I boxer. Una tavella di maglina molle con la feritoia per le uscite di emergenza. Li odio. Noi dobbiamo andare in giro con un filo del telefono al posto delle mutande e loro belli comodi coi mutandoni da Stanlio e Ollio. Donne. Fulgide stelle che rilucete nel firmamento delle idiote. Non vale la pena. Non volete desistere? Allora proverò per voi una pietà infinita


E per oggi comunque è andata, domani... si vedrà!

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