lunedì 20 aprile 2009

il Bob Dylan che non ti aspetti (ma un po' sì)

Venerdì 19/04: sveglia presto e via in stazione per la tanto agognata trasferta romana, con concerto di Bob Dylan incluso. Cosa volere più dalla vita? Tanto per cominciare, un treno passabilmente pulito ed un meteo clemente, invece... Vabbè, la lista completa dei desideri ve la faccio un'altra volta...

Appena arrivati al Palalottomatica già si capiva che non ci sarebbe stato il tutto esaurito: peccato, è vero che si chiama Never Ending Tour ma prima o poi tutto finisce - sigh - e quando il caro vecchio Bob appenderà l'armonica al chiodo sarò felice di aver avuto la possibilità di ascoltarlo dal vivo, anche perché è stata un'esperienza assai singolare: avete presente le sue canzoni più famose, il suo timbro di voce nasale ed inconfondibile, il suo stile così tipico da essere indescrivibile, la sua chitarra? Ecco, dimenticate tutto!

Non era solo l'acustica del Palalottomatica, pessima anche nel parterre, o la voce insolitamente roca (ma assolutamente non esile) di Bob a complicare parecchio l'ascolto e l'identificazione delle canzoni. Erano proprio le canzoni, eseguite in versioni totalmente riarrangiate e modificate, ad essere irriconoscibili, tanto che quando hanno suonato Blowing in the Wind non me ne sono accorta fin quasi alla fine. Bob (cappello, stivali e giacca nera, più un'orripilante camicia verde pisello che però lo rendeva facilmente individuabile) ha suonato quasi sempre l'hammond, a volte intervallando con l'armonica: solo due le canzoni in cui ha imbracciato la chitarra. In generale, sono stati pochissimi i pezzi "storici" e quelli immediatamente riconoscibili (un vero boato ha accolto Like a Rolling Stone, l'unica che anche io ho identificato subito). Molti dei presenti sono rimasti delusi per un concerto tanto poco "dylaniano" e per la scarsa interazione col pubblico. Io invece, probabilmente grazie al fatto che non conosco tutta la sua discografia a menadito e non sono una "purista", mi sono proprio goduta queste due ore serrate di musica rock-blues, a ballare sull'onda della batteria (davvero potente) e sorridere quando finalmente riconoscevo qualche canzone nonostante il travestimento, oppure quando Bob si è messo a cantare un ritornello in italiano (solo tu, solo tu, solo tu...).

Ecco la scaletta, presa da qualcuno con l'orecchio decisamente più allenato del mio:

1. Cat's In The Well
2. Don't Think Twice, It's All Right
3. Things Have Changed
4. Boots Of Spanish Leather
5. The Levee's Gonna Break
6. Sugar Baby
7. Tweedle Dee & Tweedle Dum
8. Make You Feel My Love
9. It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding)
10. Beyond The Horizon
11. Highway 61 Revisited
12. Love Sick
13. Thunder On The Mountain
14. Return To Me
15. Like A Rolling Stone

BIS:
16. All Along The Watchtower
17. Spirit On The Water
18. Blowin' In The Wind



Tra le tante, questa è l'unica foto forse passabile della nostra macchinetta, ma se cercate in rete (ad esempio qui) se ne possono vedere altre. Grazie Bob, è stata davvero una bella serata, anche se non hai fatto Hurricane o Knocking on Heaven's Door ;)


3 commenti:

Gaspatcho ha detto...

Yes, to dance beneath the diamond sky with one hand waving free,
Silhouetted by the sea, circled by the circus sands,
With all memory and fate driven deep beneath the waves,
Let me forget about today until tomorrow.

Mito.

maddeche ha detto...

non c'è più religione

voglio dire: cloniamo gli esseri viventi e arrangiamo le canzoni, ma siamo matti?

Sere ha detto...

@ Gaspa: ciao Tamburine Man, ma dov'eri ieri sera? Ci mancasti!

@ Maddechè: già, poi noi italiani siamo veri maestri nell'arte dell'arrangiarsi. Ma davvero, concordo con te, non c'è più religione! ;)

Ciao
Sere